Patchwork e quilt tra storia e tradizione.

La tecnica del patchwork si sviluppa in America all’epoca dei pionieri con lo scopo di riciclare le parti meno consumate dei vecchi abiti e realizzare nuovi capi, riparare quelli vecchi o creare coperte imbottite con foglie di tabacco, cotone o altro materiale di scarto. Infatti il termine patchwork significa “lavoro con le pezze”.

E così da una situazione di povertà e dall’esigenza del riciclo nasce una vera e propria arte capace di evolversi nei secoli e di realizzare capolavori di grande bellezza.

I coloni americani provenivano da differenti Paesi con cultura e tradizioni diverse che troviamo cucite con amore nei quilt da loro realizzati. Parliamo di trapunte costituite da un top (parte superiore) in patchwork, un’imbottitura al centro, una parte inferiore detta backing e una chiusura in sbieco per definire e decorare i bordi. Tutto viene poi rifinito con delle “impunture” chiamate quilting, che danno il nome al capolavoro finale.

I francesi e i tedeschi, ad esempio, hanno arricchito i quilt con bellissimi motivi in appliquè e la fusione di queste due tecniche ha dato origine a manufatti bellissimi.

Le donne avevano cura di recuperare e conservare ritagli e pezze di tessuti e la realizzazione di una trapunta, apparentemente banale, oltre a contenere tanto lavoro, racchiudeva l’amore per la propria terra e un modo di prendersi cura della propria famiglia. Era un’espressione artistica creata spesso in condivisione con altre donne, un modo di stare insieme e aiutarsi nel quotidiano, un’idea concreta di comunità.

In Italia il patchwork inizia a diffondersi a metà degli anni Novanta con l’importazione dei tessuti specifici, della relativa attrezzatura e con la diffusione dei primi corsi. Ora è una passione che accumuna molte persone e non solo donne.

Io che adoro tutto ciò che si può realizzare manualmente, non ho saputo resistere al richiamo del patchwork è ho aderito a uno di questi corsi.

Come molte persone ho però sottovalutato l’impegno richiesto e soprattutto la precisione necessaria nel taglio delle pezze e nella composizione delle figure.

Nonostante Roberta, la mia insegnante, molto brava ed esperta, mi abbia seguito step by step, spesso mi sono sentita frustrata e, al terzo tentativo di ripetere lo stesso blocco, anche desiderosa di mollare tutto. Non l’ho fatto! Ho ritagliato nuovamente i tessuti, ho ripetuto blocchi con geometrie diverse, alcune di semplice esecuzione altre più complesse, spinta dal fatto che la realizzazione di un quilt, tra tessuti, attrezzature e corsi, è in effetti un investimento economico che deve necessariamente concludersi con la creazione di qualcosa di tangibile.

Anche la scelta di tessuti è tutt’altro che semplice, infatti è necessario abbinare colori e fantasie che una volta assemblati non siano un pugno in un occhio. Anche qui l’aiuto di Roberta è stato prezioso. Il suo gusto, la sua competenza unita a tanta pazienza sono stati di fondamentale importanza.

La stessa pazienza che avete dimostrato voi, care lettrici, che siete arrivate fin qui.

Non mi resta che presentarvi il quilt da me realizzato.

 

 

 

Non è perfetto, ma per me è un capolavoro. Ci sono molti errori e imprecisioni, ma che dire? E’ proprio cosi che lo volevo.

Con il tessuto avanzato ho realizzato dei cuscini. Tabata li adora!

Latest Comments
  1. Joe in the city

    La foto non rende giustizia al tuo capolavoro: il quilt l’ho visto dal vero ed è veramente bellissimo, nei toni del turchese e del marrone sapientemente mixati. Bravissima!!

    • Tiziana Vola

      Grazie Joe,
      hai ragione dovrei rifare la foto e come hai suggerito, ambientarla meglio. Ci proverò.

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