Chi sogna non piglia pesci
La Primavera tarda ad arrivare e io ho già voglia d’Estate.
Estate vuole dire vacanze, aria aperta, relax e tantissime altre cose. Dipende dalle persone, dai loro sogni, dalle loro passioni, dalla fase della vita che stanno attraversando. Per me Estate vuol dire viaggi, ma soprattutto sole, mare, bagni e immersioni.
Non c’è nulla che riesca a emozionarmi e contemporaneamente infondermi una sensazione di pace interiore come la possibilità di stare seduta sul fondo del mare a quella profondità che ti permette di alzare la testa per vedere i raggi e la luce del sole penetrare nell’acqua e percepire il loro calore.
Dipende dal mare, ma già a una ventina di metri di profondità si possono aprire paesaggi meravigliosi, e acquari colorati con molte tipologie di abitanti. Un ecosistema da sogno. Infatti, sto sognando a occhi aperti.
Per la psicoanalisi, a livello inconscio, sognare dei pesci ha dei risvolti erotici, dove l’associazione e data dalla “profondità interiore” per i maschietti e dal desiderio di metter su famiglia per le quote rosa.
In ogni caso, è comunque ritenuto il segno inconscio di un cambiamento psichico profondo grazie a una maggiore conoscenza di noi stessi.
Ma io lo sto facendo a occhi aperti, vedo pesci di ogni razza e colore, soprattutto di piccole dimensioni (quelli grandi, anche innocui, mi fanno paura). Anemoni gialli, conchiglie, ricci di mare e coralli bianchi e rossi. Tanti coralli.
Oggi, questa nostalgia mi ha acceso una lampadina creativa, e mi ha ricordato di aver recentemente acquistato due piccoli pesciolini. Il loro nome scientifico è Heniochus Acuminatus, più piacevolmente conosciuti come Pesci Angelo.
Originari del Pacifico e dell’Oceano Indiano, nuotano e prosperano soprattutto nel Mar Rosso. I giovani esemplari non amano molto far vita sociale, mentre gli adulti vivono in coppia e sono monogami.
Ma una coppia di Pesci Angelo non basta ancora a rendermi felice. Quindi decido di abbinargli tre piccole boule in tinta con i loro colori. Un’Agata Nera variegata, una Giada tinta di colore giallo, come il sole e i miei anemoni di mare, e una Pietra di Luna, la pietra femminile per eccellenza, normalmente associata al viaggio interiore e alla ricerca delle proprie verità nascoste.
Come vedete alla fine tutto torna. Psicologia e cristalloterapia sono d’accordo.
Ovviamente non sto parlando di pesci vivi, ma di riproduzioni in metallo smaltato. Come avrete sicuramente capito si tratta di orecchini.
Non sono meravigliosi?
E comunque per ora mi devo accontentare! Torno in superficie e … accidenti piove ancora!
L’idea di un micro acquario da indossare ti stuzzica? Per informazioni: tiziana.vola@gmail.com
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